Onorevoli Colleghi! - Le attuali dinamiche economiche e commerciali influenzate dalla globalizzazione ci hanno spinto in questi anni a elaborare politiche mirate per salvaguardare i prodotti tipici dalle falsificazioni e dalle contraffazioni. La concorrenza sleale ha da tempo una denominazione precisa, quella di Italia Sounding, che consiste nell'utilizzo di nomi o di immagini che richiamano il nostro Paese su prodotti che italiani non sono: trucchi artificiosi che sviano il consumatore, soprattutto straniero, ingannandolo e privando di fatto la

 

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nostra economia di una buona fetta di mercato.
      È quindi per difendere i consumatori, nonché per disciplinare e promuovere le attività produttive locali legando in maniera inscindibile il prodotto al territorio, che sono nati i consorzi di tutela delle denominazione di origine e delle indicazioni geografiche tipiche: enti che hanno svolto, in questa direzione, un lavoro prezioso che ha portato ricadute positive sull'economia locale. È importante che di questo siano consapevoli le istituzioni, ma anche gli imprenditori e, più semplicemente, i cittadini che operano e vivono in stretto legame con il proprio territorio.
      I prodotti agroalimentari che vantano le denominazioni di origine e le certificazioni protette - denominazione di origine controllata (DOC), denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP) - rappresentano oggi un riferimento logistico per individuare gli ambiti territoriali di indiscutibile valore storico, artistico e socio-economico strettamente connessi. Un binomio strategico che sottolinea l'importanza del settore agroalimentare attraverso l'identificazione con il territorio di appartenenza.
      Alla luce di questi risultati occorre promuovere ulteriormente il ruolo dei citati consorzi di tutela, valorizzandone anche quelle attività che non sono esclusivamente riconducibili al prodotto tipico. È con questi obiettivi che nasce la presente proposta di legge, che vuole rendere interamente deducibili i contributi o i finanziamenti a sostegno dei consorzi di tutela che hanno sottoscritto, con le amministrazioni locali, progetti mirati per la riqualificazione del territorio e del patrimonio storico e artistico locale.
      Grazie a questi interventi sarà possibile ristrutturare i centri abitati o le strutture di particolare pregio presenti in aree a vocazione agricola, aumentare l'offerta turistica legata prevalentemente al settore enogastronomico e incentivare la crescita demografica, economica e sociale di tali aree.
      Attraverso le norme previste dalla presente proposta di legge sarà inoltre possibile coinvolgere i cittadini e gli imprenditori, spingendoli a offrire il proprio contributo per lo sviluppo e per il recupero del patrimonio locale e facendoli partecipi di progetti di interesse collettivo per il mantenimento delle ricchezze indigene.
      Le attività progettuali indicate possono avere come obiettivo la realizzazione di investimenti nel settore del recupero del patrimonio immobiliare e mobiliare, del riassetto del territorio e della sua specifica qualificazione come bacino naturale di riferimento e di provenienza del prodotto da proteggere e da tramandare integro e autentico, come, del resto, il territorio da cui proviene. Va poi aggiunto che la possibilità di prevedere sgravi fiscali per i cittadini e per gli imprenditori potrebbe risultare la chiave vincente per attrarre risorse altrimenti difficilmente dirottabili da parte delle istituzioni pubbliche.
      È necessario sottolineare che l'imprenditore e il cittadino in questa attività non si sostituiscono alle istituzioni, ma le affiancano in un'opera fondamentale e congiunta, in comunione di scopi, volta all'amministrazione e alla valorizzazione di una ricchezza comune attraverso la realizzazione di investimenti che, ricadendo sul territorio, abbiano anche una valenza sociale e di continuo sviluppo.
      I consorzi di tutela, composti da imprenditori e da cittadini, contribuendo alla realizzazione di tali tipi di investimenti, si pongono l'obiettivo di coinvolgere e di avvicinare al territorio tutti gli attori del «contesto territoriale di prodotto», al fine di individuare idonei progetti e programmi di attività, stimolando la partecipazione, le condizioni di interesse e le giuste motivazioni.
      La presente proposta di legge vuole inoltre rappresentare un primo passo nella direzione di una riforma strutturale della fiscalità rurale, la cui necessità è sostenuta con forza dalle autonomie locali, enti e associazioni, tra cui, in particolare, l'associazione nazionale «Città del vino».
      La presente proposta di legge consta di tre articoli.
 

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      L'articolo 1 prevede la deducibilità dalle imposte sul reddito delle persone fisiche e delle società dei fondi trasferiti a titolo di contributo o di liberalità ai consorzi volontari di tutela che hanno sottoscritto apposite convenzioni con gli enti locali per la valorizzazione e per la tutela del territorio.
      L'articolo 2 stabilisce che i consorzi volontari di tutela presentino una relazione al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali sullo stato di attuazione degli interventi previsti dalla legge. Nel caso in cui i consorzi non abbiano mantenuto l'impegno previsto dai programmi concordati sono tenuti a ridestinare tali finanziamenti agli enti locali con cui hanno stipulato la convenzione prevista dall'articolo 1.
      L'articolo 3 stabilisce la copertura finanziaria della legge.
 

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